Intelligenza Artificiale: non affidarti ciecamente!
Nel film Better Than Us (Meglio di noi), le macchine sembrano aver superato l’uomo in efficienza. Ma la vera domanda è: davvero una macchina può superare l’uomo in ciò che lo rende unico?
Forse l’Intelligenza Artificiale è più veloce, più precisa, più analitica, ma manca ancora di ciò che rende la creatività umana così potente: intuizione, emozione, comprensione del contesto e capacità di sintesi visiva estrema.
L’IA non è "meglio di noi". È diversa da noi. Ed è proprio qui che sta la chiave: saperla usare nel modo giusto, senza aspettarsi che pensi, crei e senta al nostro posto.
Ecco qualche esempio che dimostra quali sono i principali errori da evitare sulla base di esperienze realmente vissute.
L'IA licenzia
Molte aziende stanno adottando sistemi di Intelligenza Artificiale per il reclutamento e la gestione del personale, ma senza la giusta supervisione umana, si rischia di commettere errori, a volte anche importanti.
Un caso emblematico è stato quello di Xerox, che ha utilizzato un sistema IA per analizzare e valutare i propri dipendenti in base a modelli di performance. Il sistema, basandosi su pattern statistici, ha iniziato a segnalare per il licenziamento lavoratori con basse performance a breve termine, senza considerare il loro potenziale di crescita o fattori esterni (ad esempio, un periodo di difficoltà personale temporanea).
👉 Risultato? L’azienda ha perso talenti preziosi, licenziando lavoratori che, con il tempo, avrebbero potuto rivelarsi molto più produttivi. La causa? L'IA non "comprende" il contesto umano, ma applica solo regole probabilistiche ai dati.
L'IA discrimina
Uno degli errori più famosi nell’uso errato dell’IA è quello di Amazon, che ha sviluppato un sistema di selezione del personale basato su algoritmi di Machine Learning (“apprendimento automatico“).
Il sistema è stato addestrato su dati storici delle assunzioni dell’azienda e, senza che nessuno lo avesse programmato esplicitamente, ha iniziato a penalizzare i curriculum delle donne. Perché?
👉 L’IA aveva "notato" che negli anni precedenti i candidati uomini erano stati assunti più frequentemente rispetto alle donne e ha quindi dedotto che il genere maschile fosse un criterio di selezione preferibile.
👉 Risultato? L’azienda si è trovata con un sistema che rinforzava pregiudizi esistenti, invece di eliminarli, portando a discriminazioni inconsapevoli nel processo di assunzione.
Dopo aver scoperto il problema, Amazon ha dovuto abbandonare il progetto, dimostrando che senza supervisione e controllo umano, l’IA può replicare – e amplificare – gli errori del passato.
L’IA non crea
Se c’è una cosa che abbiamo imparato lavorando con clienti entusiasti dell’IA, è che il bias cognitivo non risparmia nessuno. La promessa di un’intelligenza capace di fare "tutto" porta spesso a scelte sbagliate, semplicemente perché si sottovalutano i limiti attuali della tecnologia.
Uno degli esempi più comuni riguarda la creazione di loghi con l’IA. Sempre più clienti ci inviano proposte generate da prompt errati, aspettandosi risultati paragonabili al lavoro di un designer esperto. Ma c’è un problema: oggi l’IA non è in grado di creare loghi efficaci da zero.
Perché? Perché il logo è l’essenza estrema della sintesi grafica. È un gioco complesso tra forme, spazi e significati, dove ogni elemento deve essere riconoscibile in ogni dimensione e ogni tipologia di riproduzione. Un buon logo funziona su un’insegna gigante, ma anche su un timbro microscopico. Deve vivere in bianco e nero come nei vecchi fumetti, dove poche linee e masse di nero evocano emozioni e raccontano storie senza bisogno di sfumature infinite o dettagli superflui.
Un altro errore comune è l’uso sbagliato dell’IA per la creazione di immagini per il brand. Spesso riceviamo visual generati con IA che non hanno nulla a che fare con lo storytelling del marchio: colori fuori contesto, stili visivi incoerenti e atmosfere che comunicano l’opposto di ciò che il brand vuole trasmettere.
👉 Risultato? L’IA può essere un supporto, ma non un sostituto della creatività e della strategia umana.
L'IA non sa tutto
Di seguito riportiamo un articolo di "Paolo Leone":
Le AI non sanno fare immagini di orologi con le lancette posizionate correttamente, anzi compare quasi sempre la stessa ora. E non sanno fare neanche persone mancine! Come mai?
Scrivo a ChatGPT e Gemini due prompt:
- "Voglio un'immagine di un gruppo di orologi tutti che mostrino come orario le 12 e 05. Mi raccomando la precisione dell'orario è importante!"
- "Fammi una foto molto realistica di una persona mancina che scrive con la mano sinistra"
Il risultato è che:
⏱️ nel caso degli orologi l'ora mostrata è quella delle 10:10
✍ nel caso della mano, compare sempre la mano destra
Come mai?
Semplice: le immagini usate per l'addestramento sono per la stragrande maggioranza di orologi con l'orario 10:10 e con la mano destra che scrive.
Anche facendo una semplice ricerca di immagini su Google per "orologi" e "mano che scrive" mostrerà sempre questi risultati.
Per gli orologi le lancette alle ore 10:10 sono quelle con il look più accattivante da un punto di vista di presentazione dell'oggetto, per questo sono sempre rappresentati così.
Mentre per la mano destra probabilmente sarà perché è la mano più comune.
Se ci fate caso anche le emoticon ⏱️ e ✍ seguono la stessa logica.
Questo è quello che alimenta il cosidetti "bias", tema ampiamente discusso e che è molto difficile da sistemare. Una tecnica che spesso si usa, ma con scarso successo, è quella del "reinforcement training" per forzare le risposte.
Conclusione: l’IA è un supporto, non un decision-maker
Questi esempi mostrano come affidarsi ciecamente all'Intelligenza Artificiale, senza capirne i limiti, può portare a commettere dei gravi errori.
L’IA non "pensa" come un essere umano, ma elabora probabilità e pattern statistici. Se questi pattern riflettono errori umani preesistenti, l’IA li riproduce invece di correggerli.
Se siete curiosi di come viene utilizzata oggi l'IA in servizi Svizzeri, leggete questo articolo del servizio RadioTelevisivo federale RSI :
L’IA che usiamo quotidianamente senza saperlo
👉 Morale della storia? Usare l’IA come strumento, ma con un attento monitoraggio umano per evitare decisioni sbagliate. Formarsi su come funziona davvero l’Intelligenza Artificiale è essenziale per sfruttarne il potenziale senza subirne gli effetti negativi.
(Meglio di Noi) è una serie televisiva di fantascienza russa del 2018 creata da Andrey Junkovsky , su un androide empatico avanzato di nome Arisa.
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